Dall’articolo della Stampa, a firma di Simone di Segni:
L’ultima accoglienza da Imperatore è già un’immagine sfocata, nei ricordi di Adriano.
La miseria di centodieci minuti accumulati con la maglia della Roma, forse meno di quanti sorrisi ha abbozzato da quando è tornato dal Brasile, lo ha costretto a fare nuovamente i conti con la felicità. Sullo sfondo della crisi del centravanti riecco la bandiera verdeoro: ad udire il lamento di Adriano, questa volta, c’è Ronaldo. Lo vuole al Corinthians, l’ex Fenomeno, per un altro tentativo di rianimazione. Nella mensa di Trigoria, come nei locali pubblici, in tanti sono pronti a giurare sulla condotta da atleta del giocatore. Eppure il brasiliano dagli occhi tristi, a sei mesi dallo sbarco in Italia, non è ancora riuscito a recuperare il peso forma: quello che combina in privato, evidentemente, lo sa solo lui. L’amico Ronaldo, tuttavia, non sembra preoccupato: «Ho percepito in lui il desiderio di giocare qui, la sua volontà sarà decisiva, mi ha detto di non essere felice a Roma», l’ammissione-soccorso del connazionale. Sulla quale si accavallano le parole del presidente del club carioca, Andres Sanchez: «Acquistarlo dalla Roma è per noi impossibile, portarlo in prestito, invece, è alla nostra portata». Il patron del Corinthians non esclude l’annuncio (del colpo) per lunedì, in occasione della festa di premiazione del campionato brasiliano. Anche se da Trigoria fanno sapere che «Adriano non si potrà muovere prima di gennaio». Ranieri è lineare: «Se qualcuno non si trova bene può e deve andare via». Negli ultimi tempi, le rogne del tecnico si annidano in attacco. Se Borriello ha voluto ridimensionare i battibecchi con De Rossi e soci, l’allenatore, al contrario, non ha fatto mistero della necessità di ricorrere al bastone: «Borriello deve farsi sentire e vedere di meno. Ho già parlato con lui di certi gesti», l’allusione del testaccino all’atteggiamento insofferente dell’attaccante durante la disfatta di Palermo. Nel quartier generale giallorosso si aggrappano a un successo sul Chievo per riportare il sereno. A patto che la mente non vada alle vicende societarie: anche Giampaolo Angelucci si sarebbe defilato dalla corsa alla Roma. Il rettilineo, oggi, è deserto.