Adriano e la voglia irrefrenabile di cominciare l’esperienza con la maglia capitolina: l’Imperatore, atteso nella Capitale a inizio settimana, ne parla con toni entusiastici sulle pagine de Il Romanista:
«Se vengo a Roma è perché voglio restare nella storia». Punto e basta. Più che testuale, chiaro. D’altronde è la parola dell’Imperatore, e se uno ha un soprannome del genere vuol dire che se lo merita o che se lo vuole meritare. L’intenzione di Leite Ribeiro Adriano è quella: «Roma è la città della storia, io vengo per rimanerci». A parte questo titolo, di tutto il resto non gli interessa molto. Le questioni giudiziarie, le intercettazioni che qualcuno ancora ieri ha tirato fuori in Brasile non gli fanno più tanto male. Adriano pensa a Roma. Anzi, più che pensarci la sente («è un’emozione»). Non gli pare vero che ci sia un posto adatto al suo soprannome: è un modo per ritrovarsi altrove dopo averlo fatto in Brasile, a casa sua. Un’altra Odissea. «All’Italia devo tanto, se ci torno è perché ci tengo, è per far vedere chi è Adriano perché nessuno lo ha visto veramente.Mai». Lui ci crede.
E’ sua, più della Roma, la scommessa, e non solo perché la Roma ha studiato il più possibile per ridurre pressoché a zero i rischi. Questa è una scommessa di Adriano con se stesso, di Adriano con l’Imperatore, di quelle sicure se sai quanto hai fatto per meritarti non solo l’Europa, l’Italia, la Serie A, ma addirittura Roma.
Per meritarti un’altra volta un’altra occasione, e per la prima volta un’occasione simile. Unica. Storica, come direbbe lui. «Storica», come dice.
È quasi arrivato il momento. Domani accadrà. Oggi sta partendo. Forse è già partito. Quando arriva Adriano? Quanto bisogna aspettare per vedere ’sto colosso al Colosseo? Quanti pollici versi ancora avrà la nostra storia? Quando?
Che vigilia è questa Adriano?
Bellissima, lunghissima, frenetica. Non vedo l’ora di essere lì. Parto domani (oggi, ndr) e sarò nella Capitale tra martedì e mercoledì. La Roma mi ha cercato tanto, io l’ho voluta tanto. Non ho avuto nemmeno un dubbio quando ho saputo che i giallorossi mi volevano. Roma è speciale. Roma assomiglia al Brasile, mi è sempre piaciuta. E’ uno di quei posti che non può lasciarti indifferente.
Cos’era Roma per Adriano prima di domani?
Una città fantastica, e un popolo più grande. Voi non sapete che prova un calciatore quando entra in campo all’Olimpico, quando parte l’inno prima di giocare e i tifosi iniziano a cantare “Roma Roma Roma”: vengono i brividi anche agli avversari. È una cosa bellissima. La torcida romanista è commovente. Quando dico non vedo l’ora di venire, intendo anche questo.La gente, il popolo. E poi c’è la squadra.
E poi c’è la squadra: Adriano ha parlato con qualche suo futuro compagno?
Sì, con Juan, avevo letto pure delle belle parole che ha avuto per me. Lui è fortissimo. Poi ho sentito Fabio Simplicio l’altro nuovo acquisto giallorosso. Anche lui non vede l’ora di iniziare a giocare con la Roma e con i suoi campioni. E poi ho sentito anche un altro giocatore.
Chi?
Totti. Il Capitano. Lui è il più grande di tutto. Per me sarà un onore giocare con lui. Io nemmeno mi ci paragono. Lui mi ha detto che mi aspetta, gli ho detto che sto arrivando. Il Capitano è il Capitano.
E il derby è il derby. Che pensa Adriano di Roma- Lazio?
Me ne hanno parlato in tanti, ma so che non posso capire cosa veramente sia prima di giocarlo. Adesso me lo immagino come il Fla-Flu, Flamengo-Fluminense, una delle più grandi partite del mondo.
Una delle più grandi partite del mondo adesso, da queste parti, è Roma-Inter. Futuro e passato che saranno subito il presente. Sì, contro l’Inter dovrei giocare la mia prima partita con la Roma, in Supercoppa, e forse proprio a Milano. Guarda, io ci tengo tantissimo a fare subito bene, ma per la Roma e per far vedere che sono un calciatore vero. Non ho rivincite particolari da prendermi contro i miei ex compagni o con il presidente Moratti che mi ha sempre trattato in maniera particolare. Ci tengo per la Roma.
Per la Roma che torna in Champions League.
E’ la competizione che mi emoziona di più, la più grande che ci sia. E questa volta voglio vincerla perché io all’Inter non ci sono riuscito.
Per restare nella storia. Un Imperatore quello fa.