L’addio di Totti alla fine si è materializzato come peggio non poteva essere. L’ex capitano e ormai ex dirigente giallorosso ha lasciato questa proprietà tra mille polemiche, raccontando molti fatti. Alcune critiche sembrano sacrosante, altre rivedibili. Nel quadro complessivo però la società ne esce distrutta, e Trigoria viene descritta come una polveriera.
Forse non c’è, come ha fatto notare Baldissoni, una deromanizzazione della squadra, visto che di romani ce ne sono eccome. C’è di sicuro un progetto che non prevede di tenere in squadra giocatori di una certa età solo perché bandiere di una vita.
Il quadro
Totti forse non ha ancora digerito lo stop al calcio giocato, per altro giusto, da parte della società. Quel che ne è venuto dopo è forse più a causa di una debolezza organizzativa di Trigoria, che della volontà di allontanarlo. Che la mente della società sia lontana, a Boston e a Londra, è una cosa certa. Che questa lontananza stia disfacendo la struttura anche. Come ha ribadito Totti, senza una presenza costante, la proprietà sa forse il 5% di quel che realmente accade tra le mura di casa.
E quel che accade è un certo disinteresse verso il bene della Roma. Disinteresse che si era percepito dalle prestazioni, dalle parole di Ranieri e da quelle di De Rossi.
Ora a Trigoria dovranno fare il miracolo, per non partire già con un fallimento.