Dopo l’indiscrezione di ieri apparsa su Milano Finanza, è Il Corriere della Sera a riprendere e sviscerare la notizia secondo cui la A.S. Roma sarebbe in vendita. L’articolo:
L’indiscrezione è apparsa su Milano Finanza Online: il destino della famiglia Sensi è ora completamente nelle mani di Mediobanca. Secondo il giornale economico, la famiglia Sensi avrebbe dato alla merchant bank, presieduta da Cesare Geronzi, il mandato per la vendita di tutti gli asset in suo possesso. Mediobanca è già da tempo advisor per la ristrutturazione del debito di Italpetroli, la controllante della As Roma, verso Unicredit: 325 milioni di euro. Mediobanca potrebbe adesso trattare la vendita delle proprietà immobiliari, degli asset petroliferi (principalmente lo stoccaggio nel porto di Civitavecchia) e anche la Roma, che è e resta l’asset più appetibile. Rosella Sensi ha smentito l’indiscrezione. Secondo il presidente della Roma non è mutato il panorama. E lo dimostra il lavoro per il futuro (studio di fattibilità per la costruzione di uno stadio di proprietà, ristrutturazione del settore giovanile, gestione dei molti contratti di calciatori in scadenza giugno 2010) che la società giallorossa porta avanti. Non c’è dubbio che la famiglia Sensi è attaccata alla Roma come a nessun altro dei suoi asset. Per motivi economici: la Sensi, tra l’altro, percepisce uno stipendio annuale di 1,1 milioni di euro l’anno, con l’equilibristico distinguo di riceverlo come amministratore delegato e non come presidente. Per motivi sentimentali: la Roma è stata il sogno di una vita, realizzato dal padre Franco, che l’ha portata alla conquista di uno scudetto. Per motivi di immagine: essere presidenti della Roma, nella Capitale, apre porte altrimenti blindate in campo politico, economico e sociale. Però la pressione di Unicredit per il rientro del debito è aumentata e il livello dello scontro si è alzato. L’istituto bancario ha chiesto al Tribunale di Roma l’annullamento del bilancio 2008 di Italpetroli per mancata continuità aziendale. La famiglia Sensi ha dato mandato ai suoi legali di chiedere un risarcimento danni formato maxi, dopo che lo stesso Tribunale ha dichiarato la sua incompetenza su 13 procedimenti ingiuntivi chiesti da Unicredit, che dovranno invece essere sottoposti ad arbitrato. Una situazione esplosiva, tanto che, lunedì scorso, c’è stato un incontro in Campidoglio, con il sindaco Gianni Alemanno a cercare una mediazione degna del premio Nobel per la pace. Sullo sfondo, come sempre accade quando gira la voce delle difficoltà economiche di una squadra, c’è in arrivo una maxi offerta del Chelsea, superiore a 50 milioni di euro, per Daniele De Rossi. La Roma, attraverso Bruno Conti, ha negato ogni possibilità di cessione del giocatore. Ma c’è chi ha ricordato che un discorso simile era stato fatto per un altro romano e romanista: Alberto Aquilani, finito al Liverpool per 20 milioni di euro. Non reinvestiti nel calciomercato giallorosso.