La Roma non riesce ad andare oltre il pareggio a reti inviolate a Reggio Emilia, e dice addio alla Champions League, a meno di miracoli. All’ultima giornata infatti dovrebbero perdere tutte le rivali, e la Roma. Ma l’Atalanta difficilmente steccherà la gara col Sassuolo. l’Inter avrà di fronte un buon Empoli che deve solo vincere, ma a San Siro.
La “buona” notizia è che i giallorossi sono in Europa League, ma come ha fatto intendere mister Ranieri, la Roma sarà ridimensionata e probabilmente dovrà fare qualche anno di magra, prima di potersi riaffacciare nella massima competizione continentale.
Il futuro
Una situazione paradossale, per una squadra che solo l’anno scorso ha rischiato di giocare la finale delle grandi. Ma la “maledetta” rivoluzione Monchi ha totalmente smembrato quella squadra, e ora se ne dovrà costruire un’altra, con pochi soldi.
E poi, soprattutto, serviranno quella serie di alchimie che riuscirono a Sabatini, con l’ingaggio di Garcia, Strootman e altri giocatori di buona personalità.
La verità, per quanto banale, è che chi si lamentava ad inizio anno dell’indebolimento della squadra, aveva ragione. Ci aveva visto bene, e anche se all’ultima giornata succedesse il miracolo, questo gruppo non sarebbe pronto.
Se da un punto di vista tecnico, le cessioni di Strootman e Naiggolan furono azzeccate, così non è stato a livello pratico. Lo stesso De Rossi lo fece presente, quando disse che la cessione di Strootman tolse certezze alla squadra. Certezze che quegli uomini di personalità davano, tanto da tentare l’affronto al Barcellona, e vincerlo.
Tutti gli uomini di carattere sono stati ceduti, quelli che avevano garantito sempre e comodamente il piazzamento Champions. Un errore gravissimo, soprattutto considerato che il problema dello scorso anno era la sterilità d’attacco rispetto alle occasioni create. E soprattutto considerato che Monchi mollò sull’altare Ziyech per prendere Pastore, molto più costoso, e totalmente inutile.