fonte: Rete Sport
Ai microfoni di Rete Sport è intervenuto il prof. Giuliano Cerulli, che si è occupato dell’operazione al menisco di Mattia Destro:
Qual è la situazione di Destro?
“Voglio fare una premessa. Mi dispiace dello stato in cui si trova Mattia, oltre ad essere un grande atleta è anche una bravissima persona. Si riprenderà anche il posto in Nazionale. Capisco i tifosi e capisco la società Roma, ma vorrei fare un po’ di cronistoria sul suo infortunio. Io l’ho operato di meniscectonia, la lesione era tale da non essere suturata. Come sappiamo, non esistono altri modi per operare questo problema e ci vuole tempo per recuperare. L’ho sentito telefonicamente dopo l’intervento, ma poi ha avuto una specie di nuovo infortunio in Nazionale, in Israele. Come accade agli atleti noti e affermati, ha degli interessi vivi intorno a se stesso, soprattutto da parte dell’entourage: proprio l’entourage ha cercato soluzioni miracolistiche, ha deciso di farlo trattare al di fuori della Roma, fuori dallo staff medico della AS Roma. È stato controllato dal dottor Cugat a Barcellona, è un mio amico e l’ho sentito, parteciperà ad un congresso sui tendini e i legamenti: ci saranno esperti da tutto il mondo, potranno esserci delle novità importanti in questo settore, anche in relazione a problematiche note nel mondo del calcio. Mattia non ha problemi collegati al lato chirurgico, ha un problema di ritardo di recupero muscolare e funzionale”.
Sono stati affrettati i tempi del suo rientro in campo?
“Ci sono degli esempi molto noti in merito, basti pensare ad Eto’o: per una lesione del menisco esterno ha ripreso l’attività dopo 4 mesi, i tempi sono lunghi rispetto al menisco mediale. È sufficiente un movimento anche banale per risvegliare il problema: i colleghi della Nazionale infatti lo hanno fermato. Per infortuni, dobbiamo fare chiarezza: è un termine generico, è necessario anche un cambio di direzione per avere un risentimento dell’articolazione. Ma questo non perché i tempi siano stati accelerati: i due mesi sono stati valutati dal punto di vista biomeccanico, quindi su base della valutazione della funzione dei muscoli, sulla capacità del recupero della capacità del recupero funzionale”.
Quindi finché è stato con la Roma non ha avuto problemi?
“No, non ha avuto problemi tali da farlo considerare un atleta convalescente. Non è stato rimesso in campo per battere record, non c’è stata fretta”.
Il secondo infortunio qualcosa di cui può accorgersi il calciatore?
“Se Destro avesse avuto degli elementi che potessero in qualche modo sconsigliare il suo utilizzo, lui non sarebbe andato. Il gonfiore, il risentimento, è arrivato dopo e ha costretto il calciatore, d’accordo con lo staff della Nazionale, a interrompere l’attività sportiva”.
Destro ha mai rischiato la carriera?
“No, Cugat ha detto che non c’erano elementi tali da comprottere anche in futuro l’attività del calciatore. Lui doveva recuperare le funzioni del ginocchio”.
Secondo qualcuno esiste il protocollo Tech, una stabilizzazione plastica di rinforzo nell’operazione. È possibile?
“Come sapete, gli interventi chirurgici devono rispondere a dei criteri scientifici. Se la lesione non è solo meniscale, ma coinvolge anche le articolazioni, merita un trattamento diverso. In nessuna parte del mondo può esistere un intervento alternativo, al massimo ve ne possono essere di aggiuntivi, se nascono delle complicazioni associate che, nel caso di Mattia, non c’erano”.
C’è chi ha proposto, secondo quanto dice, soluzioni “miracolistiche”. Ha parlato con i medici della Roma?
“Come si sa, è nel diritto degli atleti rivolgersi anche ad altri specialisti: per questo lui ha chiesto il parere di altri. Per quanto io so, è un problema che riguarda soltanto un ritardo nella fase di recupero”.
Per i tempi di ritorno? Come ritornerà in campo?
“È una mia opinione, anche se non l’ho ancora visto: è verosimile che i tempi non siano lunghissimi. La tipologia di patologia non pregiudica il resto della carriera”.
Quindi nessuna imperizia?
“Nell’ambito della Roma, no. Problemi nell’intervento, no. Non posso garantire nulla per trattamenti fatti altrove, non so cosa ha fatto in altre sedi. A volte le attenzioni sono tali per cui è possibile fare qualche trattamento che sembra innovativo e risolutore, ma in medicina bisogna avere prove per eseguire trattamenti”.