Nella nebbia del Bentegodi succede quello che ogni tifoso della Roma aveva pensato e forse anche detto al suo compagno vicino: gol vincente di Pellissier in netta posizione di fuorigioco.
Il minuto è il 42 della ripresa, di tempo per recuperare ce ne è davvero poco. Tempo che sommato a un’inferiorità numerica di fatto (l’infortunato Marquinhos diventa centravanti perché Zeman ha già effettuato le tre sostituzioni consentite) non ha permesso ai giallorossi di ribaltare un risultato, che era ampiamente alla portata.
In un primo tempo avaro di emozioni è la Roma a fare la partita, pur non riuscendo a creare grattacapi al Chievo. Castan viene ammonito ingiustamente (diffidato, salterà Roma-Milan) pochi secondi dopo un fallaccio di Dramè su Pjanic al limite dell’area clivense. Si capisce che l’arbitro Bergonzi non è in giornata anche per i continui falli di Luca Rigoni, che rimane incredibilmente in campo.
Nel secondo tempo la gara si vivacizza, con azioni che avrebbero potuto portare al vantaggio. Prima dello stesso centrocampista dei veneti e poi di Osvaldo che aggancia bene, ma davanti a Sorrentino si allunga troppo la palla. Palla che Francesco Totti tocca, anticipando Dainelli, che lo stende in area, il rigore è netto, ma Bergonzi sorvola.
Non ce l’abbiamo solo con la direzione di gara per i punti persi, ma perché non capiamo se questa squadra commette il peccato di non saper fare il salto di qualità o se fattori esterni bloccano la crescita di un gruppo che ha interrotto la mini striscia di 5 vittorie (4 in campionato e 1 in Coppa Italia).
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