La rivoluzione. Campionati d’estate (si gioca da febbraio-marzo fino a novembre) e niente Coppe europee per chi ha i bilanci in rosso. E’ il progetto di Michel Platini. Con i club però adesso rischia la rotta di collisione. Ma il numero uno dell’Uefa, che a marzo sarà riconfermato presidente (anche perché è l’unico candidato) e che ha il pieno appoggio del dittatore Sepp Blatter, presidente della Fifa, va dritto per la sua strada. Ed è pronto ad aprire i fuochi.
L’assist per proporre (o imporre?) alle Federazioni di giocare d’estate glielo ha dato la scelta (scellerata) di assegnare al Qatar il Mondiale 2022. Lì sarebbe follia giocare d’estate, nonostante gli organizzatori promettano impianti perfettamente climatizzati e ipertecnologici. Troppo caldo comunque (media 40,5 gradi), anche per i tifosi. Ecco, l’occasione unica per disputare quindi il Mondiale in gennaio. “E molte cose – ha detto di recente Platini in maniera sibillina – dovrebbero cambiare nel calendario”.
Ecco il suo progetto: i campionati europei partirebbero in febbraio (o marzo) per chiudersi in novembre. Stessa rivoluzione, ovviamente, nelle Coppe. “E’ assurdo giocare in pieno inverno, in Europa: meglio l’estate”: si è sempre lamentato Platini, forse ricordando il freddo preso nei suoi cinque anni juventini. Ma i club sono preoccupati: “Siamo noi che paghiamo i calciatori, mica l’Uefa o la Fifa”. Platini comunque pensa di partire già tra 3-4 anni, altro che aspettare il 2022…
Secondo terreno di confronto-scontro: il “FFP” (leggi financial fair play) che è scattato da quest’anno e che l’ex fuoriclasse presenterà oggi in pompa magna a Nyon, nella sede dell’Uefa. Compresa la “fotografia” (o black list?) dell’indebitamento dei calcio europeo, riferito al 2009. “Un indebitamento immorale”, ha tuonato Roi Michel. I club sono molto preoccupati: un “atteggiamento terroristico” sostengono, e hanno mandato quindi Kalle Rummenigge (n.1 dell’Eca, European Club Association) a vigilare.
La situazione pare peggiorata rispetto al 2008, che recitava così: ricavi totali 11,5 miliardi di euro, spese 12,1 miliardi, stipendi 7,1, deficit 578 milioni. E il 47% dei 732 club europei con bilancio in perdita. In difficoltà anche tante big: Barcellona, Real Madrid, Manchester United, Chelsea, Inter, Milan, eccetera. Bisogna iniziare adesso a mettersi in regola: dal 2017-’18 infatti si potrà spendere solo quello che si guadagna, e chi non ce la fa niente Coppe. E’ preoccupato Umberto Gandini, n.2 dell’Eca e direttore organizzativo del Milan: “L’obiettivo primario sarà quello di ridurre il costo del lavoro, anche con contratti più corti: il calcio italiano d’altronde non ha la possibilità di fare crescere i ricavi da stadio e c’è il rischio di essere meno competitivi in Europa”. In più, dal prossimo anno conteranno solo i primi tre posti in campionato: col quarto si finisce nel limbo dell’Europa League. E questo sarà un problema in più.
La rivoluzione di Platini: campionati d’estate e scudetto a novembre
di 11 Gennaio 2011Commenta