Nell’arco della carriera, i numeri dicono che Francesco Totti, contro il Bari, diventa un cecchino. Dieci reti in carriera finite nella porta dei Galletti e parecchia voglia di continuare a segnare. Da Il Romanista:
Otto gennaio 1995, quasi 16 anni fa. All´Olimpico c´è Roma-Bari, come oggi. Minuto 85, triangolo con Balbo, stop a seguire, tocco sotto, 2-0 e tutti a casa. Fu quello il primo gol di Francesco Totti all´avversaria contro la quale i giallorossi tenteranno di mettere alle spalle la tripla frenata con Palermo, Chievo e Cluj. Quello del ´95 fu un gol importante (il suo secondo in A), un gol alla Totti, l´esordio assoluto del suo pezzo forte: il cucchiaio. E da lì il capitano non si fermò praticamente più, perché ai galletti pugliesi ha segnato già dieci volte in carriera. Una squadra che gli porta fortuna, che lo ispira. L´anno successivo a quello ´scavetto´, infatti, Francesco concesse il bis. Anzi il tris, perché andò a bersaglio sia all´andata, sia al ritorno (gli unici due gol di quel campionato). Ma il bello doveva ancora arrivare, perché nella stagione 97-98 la Roma targata Zeman si impose al San Nicola per 3-1 e Totti in quella occasione segnò la sua prima doppietta. E che doppietta!
Punizione da 30 metri di esterno collo all´angolino e destro al volo su cross di Tommasi. Una rete anche l´anno successivo nell´1-1 in trasferta. Stesso risultato dell´anno dello scudetto con un rigore che evitò un´inaspettata sconfitta contro l´ultima in classifica. E siamo allo scorso anno, con Francesco che rientrava in campo dopo l´infortunio col Napoli (contro il quale aveva segnato una doppietta). Un mese e mezzo senza il capitano, che si ripresentò non ancora al meglio proprio contro il Bari, l´avversaria porta fortuna. E la tradizione non fu interrotta, anzi, si arricchì di una nuova perla. Dopo il primo gol a cucchiaio e la prima doppietta, ecco arrivare la prima tripletta in casa. Rigore, punizione e sinistro all´incrocio, tutto in appena 28 minuti a l´Olimpico in piedi a spellarsi le mani per applaudirlo. Oggi, sta per essere scritto un nuovo capitolo della storia tra Totti e il Bari. Un capitolo che, nel solco della tradizione, comincia strizzando l´occhio a Francesco. Che fino a ieri sembrava non dover essere della partita. Per lo meno non dall´inizio. Davanti ci doveva essere il tridente Menez-Borriello- Vucinic e lui a non spremersi troppo dopo il match nel freddo di Cluj e in vista di quello di sabato prossimo a Milano, che potrebbe riaprire il discorso scudetto. E invece Mirko si è fermato ridandogli un posto dall´inizio e ´costringendolo´ a straordinari molto ben accetti. Perché Francesco ha voglia di giocare e di ricominciare a segnare con la continuità che finora in questa stagione gli è mancata. Ha dovuto aspettare a lungo per trovare la prima rete (il rigore contro il Basilea), poi ancora un po´ per la prima su azione (quella amara di Palermo). Ora gli manca la prima su azione in casa. E quale occasione migliore dell´ultima stagionale all´Olimpico contro la squadra a cui ha fatto il primo cucchiaio, la prima doppietta e la prima tripletta casalinga in A? Forse, allora, lo stop di Vucinic è un segno del destino…