«Siamo ancora all’inizio della stagione, ma dobbiamo cominciare a vincere. E ad avere le sensazioni di un anno fa». Quali? Quelle di essere usciti fuori dal tunnel. Di essere tornati a riveder le stelle. Poi la Roma è sprofondata nel buco nero di Napoli e tanti saluti alle «sensazioni». In un’intervista rilasciata in ritiro a Oslo al quotidiano norvegese Dagbladet, Riise descrive come è stato il suo ritorno al calcio giocato dopo l’infortunio del 6 settembre. Il medico della nazionale, Thor Einar Andersen, aveva previsto quattro settimane di stop dopo lo scontro in allenamento con Espen Ruud. Invece, Thunderbolt ha bruciato i tempi. È tornato in campo 19 giorni dopo. I medici gli avevano però imposto l’uso di un caschetto protettivo. Come quello che il portiere del Chelsea, Petr Cech, porta con disinvoltura da anni. «La Roma – spiega – voleva che lo mettessi anche domenica (a Napoli, ndr), ma io mi sono rifiutato. Sentivo che non mi aiutava, quindi l’ho tolto». Naturalmente, dopo avere chiesto ed ottenuto l’ok del dottor Pengue, il responsabile sanitario della Roma. Peraltro, il laterale gialloroscio non crede che questo benedetto caschetto serva a granché: «Da parte mia, ho mostrato entusiasmo con i dottori quando l’ho adoperato. Ma non dà molta protezione». Il medico della nazionale norvegese non è d’accordo, ma ha accettato la decisione di John: «È stata fatta qualche ricerca – dice – per vedere se i caschetti proteggano dalle commozioni celebrali. E pare di no. Ma può essere utile contro i tagli. In ogni caso, vedo che adesso John sta bene. Forse, il caschetto può aiutare psicologicamente. Uno studio sugli sciatori ha dimostrato che il suo utilizzo li rende più sicuri».
Riise: “Dobbiamo cominciare a vincere”
di 7 Ottobre 2010Commenta