Diciassette reti subite in nove gare ufficiali. Undici in sei, contando solo il campionato, anche se il dato numerico è fortemente condizionato dalla grandinata di Cagliari. La media sfiora i due gol a partita e lascia pensare a un cedimento strutturale. Di più, un autentico crollo. Mentre nell´ambiente Roma si dibatte sul modulo tattico che faciliti la coesistenza degli attaccanti, il problema più pressante è il fallimentare rendimento del pacchetto arretrato – l´ultimo della serie A – che colloca la squadra giallorossa al penultimo posto in classifica con la miseria di cinque punti all´attivo. Il primo, parziale, bilancio sulla difesa, o per meglio dire «fase difensiva», come giustamente amano precisare gli allenatori, è a dir poco inquietante. È questa la priorità di Ranieri: proprio dalle fondamenta si dovrà ripartire per rilanciare un gruppo mortificato nelle ambizioni e nel morale. Come si spiega questa crisi? Perché Juan, Burdisso e Mexes fanno peggio dei vari Bega, Ferrario e Von Bergen? Certamente il centrocampo non garantisce adeguata copertura e la squadra non trova gli equilibri, ma è pur vero che le individualità non riescono a sopperire alle carenze del collettivo. Eppure, rispetto alla scorsa stagione, la difesa è invariata.
Roma: la difesa è la brutta copia di sé stessa
di 6 Ottobre 2010Commenta