Da Il Corriere dello Sport:
L´acchiappa-Roma ha la faccia da scugnizzo, le movenze d´un ballerino e un talento talmente smisurato da far impallidire: ventitré anni appena e già cinquanta gol in campionato, il fenomeno che danza tra le linee e poi carica il destro (o il sinistro) da cecchino, è un fenomeno paranormale che ha fatto impazzire mezza Europa e che poi ha scelto Napoli, praticamente a vita. « Perché questa città la sento mia, la amo. Perché qui sono felice e condivido un progetto importante con la società » . L´acchiappa- Roma ne sa una più del diavolo e, ormai è statistica e dunque dato acquisito, non c´è verso di frenarne gli istinti: perché se quel genietto scapigliato vede il giallorosso, si scatena. Tre anni, sei sfide, e almeno un gol a stagione: e mai che fossero banali.
E UNO – 20 ottobre 2007, è la prima stagione del Napoli in A: va così e così, non bene, non male, e in quella fase di transizione si cercano indicazioni sul futuro d´una squadra giovanissima, però ancora in cerca di scoprire i suoi limiti, i suoi pregi, i propri margini di miglioramento. Roma- Napoli sa di sfida impari, ma invece è una scossa al torneo ed una iniezioni do coraggio per la meglio gioventù di Edy Reja, che all´Olimpico, alle sei della sera, si inventa una serata capolavoro: finisce 4-4, con un´altalena di emozioni e con un Hamsik che sul più brutto mostra un repertorio nel quale c´è autorevolezza, padronanza tecnica, nervi saldi e piedi buoni. La randellata da trenta metri che fende l´aria e dà un contributo al pareggio è una carezza per la sua Napoli, una mazzata per la Roma.
E DUE – Sempre stadio Olimpico, ma stavolta anno2: è il 31 agosto del 2008, è la prima giornata e si gioca in un calcio che potrebbe sciogliere pure le carni. La Roma scappa via con Aquilani, il Napoli sembra in panne e invece è in palla, soprattutto con quel monello del gol, che ad un certo punto, su una palla sporca che è appena schizzata sulla traversa, sa come si rimette in sesto una partita: con una rovesciata che pare comoda ma che invece è figlia del diavoletto che attraversa Hamsik, a ritmo continuo.
E TRE – C´è una sfida impossibile, raccontano i precedenti: è Napoli-Roma, che gli azzurri per due anni, dal loro ritorno in serie A, riescono sistematicamen-te a perdere. E pure il 28 febbraio del 2010 è andata, almeno così sembra: 2-0 giallorosso, tra i rimpianti, prima che Denis riapra la giornata, prima che al novantesimo ci pensi, ovviamente, Marek Hamsik, che va sul dischetto ma resta impassibile, cerca e trova l´angolo giusto per un 2-2 che sa di miracoloso, che abbatte un tabù.
E CINQUANTA – Poi c´è una carriera, cominciata in Slovacchia, continuata a Brescia, lasciata decollare a Napoli, a suon di gol. Lo score impressionante, e a modo suo anche entusiasmante, racconta di cinquanta reti segnate nelle sole squadre di club, cifra imponente per un uomo che non è un attaccante ma si comporta come se lo fosse, che è un centrocampista ma che fa anche il mediano, che sa fare il regista e, quando capita, pure l´interno classico, che non si scompone se deve giocare in una linea a tre, a quattro e persino a cinque, che s´è lasciato corteggiare dal Chelsea, dal-l´Inter, dal Real Madrid, dalla Juventus e che in ogni stagione – almeno una volta all´anno – aspetta la Roma. Scusi Hamsik, le dice niente la partita di oggi?