Da quando indossa la maglia della ROMA, nei momenti storici c´è sempre stato. Un anno fa, nella partita spartiacque del campionato, non era in campo ma in tribuna perché squalificato. Era forse il posto più giusto in quel momento: tifoso tra i tifosi, DANIELE DE ROSSI, pronto ad esultare al 2-1 scacciacrisi di Perrotta. Prima c´erano stati i gol di Adailton, che aveva gelato l´Olimpico, e di Vucinic, accolto con qualche fischio da una parte dello stadio. Oggi tutta Roma si aspetta altri 3 punti contro gli emiliani, che portino la Roma a ripartire, proprio come 12 mesi fa. E stavolta DE ROSSI sarà in campo.
RANIERI, nello sfogo di ieri, l´ha definito – insieme al compagno di reparto PIZARRO – «un campione che ha dato tutto per la Roma» e si aspetta che lui, così come TOTTI, prenda per mano la squadra. Daniele lo sa e, come sempre, ci mette la faccia. Ieri si è allenato, poi si è divertito a bordocampo ad osservare Cristian Totti che calciava in porta al papà improvvisatosi portiere. C´è forse un´immagine più romanista? Una volta uscito dal Bernardini, ai tifosi che lo aspettavano dopo l´allenamento, Daniele ha promesso: «Ce la metteremo tutta perché siamo noi i primi a voler vincere». Parole scontate? No, mai. Non è nello stile di DE ROSSI. Proprio come il giorno successivo a una sconfitta col Bologna, quando in panchina c´era Voeller, Daniele (che all´epoca aveva solo 21 anni) disse a muso duro: «Il problema non era Voeller, ma lo spogliatoio – furono le sue parole – Il tedesco è l´unico senza colpe. Siamo tutti bravi a baciare la maglia e a rispondere presente quando ci viene chiesto di scendere in campo, però bisogna correre. Qualcuno lo fa, qualcun altro no, perché crede che basti solo la classe per fare bene». Chi aveva orecchie per intendere non intese e la stagione fu un calvario. «Vogliamo riprenderci alla svelta», ha aggiunto ancora DE ROSSI che oggi cercherà anche di realizzare il suo primo gol contro il BOLOGNA, squadra a cui non ha mai segnato. Sarebbe il gol numero 29 in Serie A, 42esimo in totale. Mandare a segno per lui è secondario. L´importante è solo vincere, perché un leader come lui (lo è da sempre, lo è stato ancora di più dopo Cagliari e Monaco) non può desiderare altro.
De Rossi: “Siamo i primi a voler vincere”
di 19 Settembre 2010Commenta