Quello sarà pure bello e impossibile, ma quando lui si infila lo smoking gli avversari gli cascano ai piedi come ragazzine. Venerdì sera, stadio Pod Goricom di Pogdorica. Al 30’ minuto di Montenegro-Galles, compare lui, smoking rosso e scarpette verdi, la barba di un paio di giorni, soprattutto la faccia impertinente di chi la sta combinando grossa. Prende palla sulla trequarti, ingrana la marcia, parte a testa bassa, sfonda a sinistra. Non lo prendono più. Ne salta uno, ne salta un altro, entra in area. I due gallesi quasi si scontrano goffamente. È defilato, potrebbe crossare, sarebbe più logico, ma non è da lui, e infatti tira, di sinistro. Ma come, e dove? Il pallone è una scheggia, si infila nell’unico spazietto che c’è, tra il palo e il ginocchio destro di Wayne Hennessey. È in rete. Un gol pazzesco, che fa gridare alla meraviglia, simile a quello che realizzò al Chelsea all’Olimpico. Non è possibile, come ha fatto? Signori, questo è Mirko Vucinic. Lo stesso che al 91’, solo davanti ad Hennessey ma già col pigiama al posto dello smoking, incespica col pallone e finisce per consegnarlo al portiere gallese. Mirko è fatto così, per le cose banali non si spreca, quelle possono farle tutti, lui adora stravincere, dar scandalo, meravigliare: come il torero sfida il toro, come l’artista dipinge la tela.
Messaggio inviato Ci vogliono gli stimoli giusti per accenderlo, e lui, Vucinic, non sempre riesce a trovarli. Venerdì sera doveva trascinare il suo Paese, e questo gli sarebbe bastato. Il Montenegro agli Europei, a quel punto davvero entrerebbe nel mito. Ma c’era anche una questione romana da sistemare, un messaggio da inviare, ad un paio di destinatari. Il primo. Marco Borriello, bello e impossibile, centravanti di razza, «con lui possiamo vincere qualcosa finalmente» gli ha fatto eco Pizarro, «con Marco abbiamo un attacco stellare» ha sentenziato la Sensi. Sì, d’accordo.
Il secondo. Claudio Ranieri, bravo e comprensivo, l’allenatore che più di ogni altro ha compreso Vucinic, ne ha tollerato le lune ne ha esaltato le doti, «calciatore straordinario e per me indispensabile» disse una volta. E adesso vorrebbe togliergli il posto per darlo a quello là? «Con Borriello mi cambia la vita — ha detto Ranieri l’altro giorno —, finalmente ho l’attaccante d’area che mi mancava».
Cartoline dal Montenegro
di 5 Settembre 2010Commenta