Mas que un club, dicono a Barcellona. Semo della Roma, dicono da queste parti. Diverso, molto diverso che tifare per una qualsiasi altra squadra. «È un privilegio — racconta la presidente Rosella Sensi —. Qualcosa di molto speciale. Se non ci vivi, non te ne rendi conto». Lì e qui, alcuni tratti in comune: la passione si lega al senso di appartenenza, la diversità è anche territoriale, la squadra e la città si sovrappongono, fino a diventare un unicum. Qui, più che lì, il calcio riempie vuoti, si fa ideologia, condizione esistenziale. «Io non vivo senza te…» dice quel coro. Qui, a Roma, non ci sono autonomie politiche né linguistiche da rivendicare, anzi è il centro del potere, il corrispettivo di Madrid. Qui, c’è un solo vessillo da sventolare, l’amore per (la) Roma. Mas que un club, come il Barcellona. Il posto ideale Radicata nel territorio, orgogliosa della propria diversità. «Provinciale», accusano i detrattori. «Ma pronta a salire al livello che le compete — ha detto Gian Paolo Montali a Milano Finanza —: Roma e la Roma hanno il potenziale di club comeReal Madrid eBarcellona. Ma nessuna altra città al mondo è come Roma, questo è il nostro valore aggiunto».
Roma, mas que un club
di 4 Settembre 2010Commenta