Cassano e Balotelli: l’Italia di Prandelii

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 La Stampa:

Quando, un mese fa esatto, il nuovo ct azzurro Cesare Prandelli fece visita al suo predecessore Marcello Lippi, qualcuno pensò che il pranzo di cortesia potesse tradursi in uno scambio di suggerimenti. «Marcello resta il tecnico campione del mondo…», disse Prandelli sulla strada di ritorno da Viareggio. Punto e a capo perché ora che è nata la prima, «sua», Italia, appare ancora più evidente come il Cesare nazionale abbia cambiato rotta rispetto al recentissimo passato.
Leggendo la lista dei 23 azzurri per la sfida di Londra (martedì) contro la Costa d’Avorio, il primo, e più significativo, punto di rottura con l’avventura mondiale prende in ostaggio l’attacco. Amauri più Cassano più Balotelli, ovvero un trio annunciato, ma, adesso, ancor più abbagliante. E, poi, Borriello, Quagliarella e Giuseppe Rossi. Tradotto: nomi che non sono mai entrati nell’agenda di Lippi o che se lo hanno fatto, ne sono usciti subito dopo. Amauri sarà il primo ed unico (per ora) oriundo del nuovo corso, in attesa che venga presa in considerazione gente come Thiago Motta, Ledesma o, magari, Taddei (più difficile il laziale Zarate).
Di Cassano e Balotelli si erano avvertite le ombre fin dal giorno del naufragio contro la Slovacchia (il barese non giocava in Nazionale dal 22 giugno, Italia-Spagna, Donadoni ct, l’interista si era fermato alla sola Under 21); di Borriello e Rossi anche, ma solo al Sestriere, perché là Lippi aveva deciso di cancellare entrambi dal viaggio in Sudafrica. E, poi, Quagliarella, il più in forma dell’anemico attacca italiano in Sudafrica, ma messo alla prova dall’ex ct solo nell’ultimo, disperato ed inutile, assalto con gli slovacchi.
Attacco rivoluzionato, dunque. Stessa sorte per la difesa, ma le scelte del ct per la retroguardia hanno il sapore degli esperimenti: per i nuovi si tratta di una grande chance da sfruttare visto il difficile reclutamento di difensori all’altezza per un ricambio affidabile rispetto agli eroi di Berlino. Così, Prandelli vuole vedere all’opera giovani come Astori, 23 anni, uno degli effetti della cura Allegri a Cagliari. Per Antonini e Molinaro, la convocazione suona come un premio all’ottima stagione vissuta rispettivamente al Milan e allo Stoccarda, per Motta è il frutto di un avvio di precampionato a tutto gas. Fiducia viene concessa a Marchetti, il vice-Buffon al Mondiale così come Sirigu e Viviano rappresentano non soltanto il presente. Numerosa resta la presenza dei bianconeri nel gruppo: Bonucci e Chiellini sono pronti a formare la diga nel cuore dell’area, poi spazio anche a Marchisio e Pepe oltre ai già citati Motta ed Amauri.
Prandelli riparte prendendo le distanze dal suo predecessore forse ben al di là delle aspettative. Scelte di rottura, in parte determinate anche dagli infortuni o dalle non perfette condizioni di forma di chi comunque farà parte del progetto (vedi, ad esempio, Buffon, Pirlo o Gilardino). Bocciato per il momento, invece, sembra Pazzini: con il modulo-Prandelli ebbe problemi anche alla Fiorentina, che fu costretto a lasciare per sposare il progetto della Sampdoria. Fuori dai giochi anche i dieci anomali, Di Natale e Miccoli.


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