Dal Corriere dello Sport:
Che fate, conciliate? Magari il discorso sarà più articolato e lungo, entrerà maggiormente nei dettagli, farà qualche inciso più tecnico, ma la sintesi che farà il professor Cesare Ruperto, domani mattina, nel suo studio privato, inizio ore dodici, sarà questa: che fate, conciliate?
Domanda che sarà rivolta alle controparti che si presenteranno, come da appuntamento fissato il quattro giugno scorso, nel suo studio, cioè Italpetroli da una parte, Unicredit dall’altra, per tentare di risolvere, l’annoso problema del credito che la Banca vanta nei confronti del gruppo della famiglia Sensi.
Domani mattina o si trova un accordo o sarà arbitrato, con tutte le conseguenze che si possono immaginare, comunque non distanti nel tempo, nel caso c’è la ferma intenzione di chiudere tutto entro il mese di luglio. Per questa ragione, come negli auspici del presidente degli arbitri, il professor Ruperto, domani mattina sarà presente la dottoressa Rosella Sensi, presidente della Roma, per il suo gruppo, dall’altra parte il dottor Piergiorgio Peluso numero due dell’istituto bancario diretto dal dottor Alessandro Profumo. Ognuno, ovviamente, con il suo staff di legali, Agostino Gambino e Antonio Conte (più l’arbitro avvocato Romano Vaccarella) per Italpetroli, Valerio Di Gravio e Francesco Carbonetti (più l’arbitro Enrico Gabrielli) per Unicredit.
A ieri, se non ci hanno raccontato qualche bugia, la conciliazione non era stata trovata, nonostante i contatti e gli incontri tra le parti. Il contendere, come si sa, è legato da una parte al credito di circa 325 milioni che la Banca vanta nei confronti di Italpetroli, debito scadenzato da un piano di rientro che non è mai stato rispettato, dall’altra dalla richiesta di danni d’immagine per 50 milioni e per anatocismo (errato calcolo degli interessi sugli interessi) per altri 80 milioni. Unicredit, che tra l’altro ha disdetto l’accordo sullo scandenzamento del suo credito, per conciliare ha chiesto la disponibilità di una buona parte degli asset di Italpetroli, Roma in testa, per metterli sul mercato, venderli e rientrare. Ed è su questo punto che, domani mattina, si dovrà cercare un accordo, con la consapevolezza, almeno da quello che è filtrato, che la Banca non avrebbe nessuna intenzione di fare un passo indietro. O si trova l’accordo su queste basi, oppure niente conciliazione.
Questa fermezza da parte della Banca che deve anche convivere con il ruolo di proprietaria del 49% di Italpetroli, quindi non interessata a ridimensionare il valore degli asset del gruppo della famiglia Sensi, qualcuno l’ha interpretata come la certezza che l’istituto bancario abbia già un compratore per la Roma pronto a subentrare. Verità che fino a un paio di settimane poteva essere certificata, prima però che il compratore facesse un passo indietro, o almeno così si vuol far credere. Da allora, però, Unicredit avrebbe lavorato a fondo per trovare un nuovo acquirente. Inutile che stiamo qui a dire chi potrebbe essere, per ora ci sono solo voci e nulla più. Del resto c’è da attendere soltanto altre ventiquattro ore. Domani sapremo qualche cosa di più. E lo sapranno anche i calciatori della Roma che sono in attesa degli stipendi, ultimo pagato il mese di febbraio. Però, dicono, che nel calcio sia fisiologico un ritardo di due-tre mesi. Marzo e aprile, del resto, dovranno essere pagati per forza entro il prossimo trenta giugno, pena la mancata iscrizione al campionato.