Gian Paolo Montali detta il mercato della Roma e pare rassicurare, ogni volta che se ne presenta l’occasione, il pubblico di fede giallorossa: l’orientamento della società capitolina, stando alle parole del dirigente, è quello di non vendere i campioni. E, il veto apposito, riguarda nella fattispecie Vucinic, Mexes, Juan. Gente che, a ben vedere, di richieste ne ha a iosa. Da Il Corriere della Sera:
A Trigoria sono risolutivi: non si vende nessuno dei grandi nomi. Personalmente, non ci credo, ma fa bene il direttore generale Montali a dire che «i campioni giallorossi non si toccano». Le voci riguardano Vucinic, Mexes, Juan: offerte da capogiro a cui difficilmente una società con problemi economici potrà rispondere di no. Staremo a vedere, ma penso che se sul piatto venissero versate cash somme del genere, beh, forse qualche titubanza Rosella Sensi l’avrebbe. Comunque, è giusto che si getti acqua sul fuoco delle sirene che vorrebbero portar via giocatori che hanno disputato un campionato entusiasmante.
Dunque, vediamo: da Roma dovrebbero andarsene sicuramente Baptista, Curci e Cicinho. Quest’ultimo è tornato in Brasile e non ha nessuna intenzione di salire su un volo per Fiumicino. Poco male: il suo apporto è stato pari allo zero e pochissimi sentiranno la sua mancanza. Curci ha fatto bene a Siena, squadra che è retrocessa in B, ed è giusto che voglia cambiare aria. Quella di Roma non gli è congeniale per la presenza di Julio Sergio. «Non desidero più essere il numero due», ha detto. Per Baptista il discorso è diverso: arrivato all’ombra del Colosseo con squilli di tromba, ha invece deluso e la società vorrebbe cederlo. Ma a chi, visto che il mercato lo respinge? Il fatto è che il brasiliano costa tanto ed i possibili acquirenti non hanno nessuna voglia di svuotare le casse per un giocatore che in Italia non ha brillato. Queste le partenze. E gli arrivi? Due sono già definitivi: Adriano e Simplicio. Alla Roma servono ancora un paio di esterni, dato che Motta (non gradito a Ranieri) dovrebbe andar via. Operazioni complicate. Forse bisognerà rivolgersi all’estero perché in Italia i giocatori di quel tipo si contano sulle dita di una mano e sono carissimi. Non si tratta, dunque, di essere esterofili, ma pratici.