Pizarro-De Rossi: la strana coppia più bella del mondo

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 Dal Romanista:

Metti insieme un cileno di Valparaiso e un romano di Ostia e avrai il centrocampo più forte d’Europa, uno tra i migliori al mondo. David Marcelo Pizarro Cortès e Daniele De Rossi sono nati per giocare insieme, e per fortuna della Roma e di Claudio Ranieri lo fanno con la maglia giallorossa. Sono stati loro, a centrocampo, i protagonisti della squadra di Ranieri in questa stagione: che è stata quella che ha consacrato definitivamente agli altari del calcio mondiale il cileno e che ha visto De Rossi ritornare sui suoi livelli, anche se non ancora con la continuità delle stagioni precedenti. Il genio e la raffinatezza da una parte, la forza fisica e l’agonismo dall’altra. Ma non solo, ovviamente. Perché Pizarro e De Rossi sono molto di più, sono romanisti. E se dirlo di un giocatore che è nato, cresciuto e probabilmente giocherà sempre e solo con la maglia della Roma può sembrare la cosa più naturale del mondo, lo stesso non si può dire di un ragazzo di 30 anni nato a qualche migliaio di chilometri dalla capitale e arrivato a Roma passando prima per l’Udinese e poi per l’Inter. Non un bel percorso, anche se la meta giustifica il cammino tra il freddo e la pioggia di Udine e Milano. Alla vena del collo di Daniele, che ad ogni gol si gonfia sempre di più (facendoci temere ogni volta per la sua salute oltre che per la nostra), siamo abituati da sempre, l’attaccamento per questi colori da parte del cileno è stata una sorpresa piacevole e inaspettata. Tra Pizarro e la Roma nel corso di questa stagione è scoppiato l’amore: da una parte i tifosi si sono resi conto di che grande giocatore sia il numero 7 giallorosso, dall’altra il Pek li ha ripagati nel migliore dei modi in campo e fuori. In campo con prestazioni superiori alla media di qualsiasi altro centrocampista del campionato italiano (ma anche in Europa non ce ne sono come lui) fuori con una “romanità” inaspettata. Dovevate vederlo, il Pek, domenica pomeriggio a Verona davanti alla muraglia dei tifosi giallorossi. Sembrava un bambino al parco giochi, sprizzava gioia in ognuno dei suoi centosettanta centimetri di altezza perché uno spettacolo del genere non lo aveva mai visto. Oppure la settimana precedente, quando al termine della gara dell’Olimpico con il Cagliari si è andato a sdraiare, esausto, sotto la Curva Sud: mentre i suoi compagni facevano il giro di campo per ringraziare i tifosi lui stava lì, con gli occhi rivolti verso il cielo, e gli applausi erano tutti per lui. Come ad ogni riscaldamento pre-partita, quando era sempre il primo ad entrare in campo e il primo ad incitare il pubblico romanista.


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