L’intervista rilasciata da Gian Paolo Montali alla trasmissione radiofonica Te la do io Tokyo:
GASTONE – “Ho degli amici che mi chiamano Gastone, sono molto fortunato è vero. La fortuna tante volte ci vuole è chiaro che il mio arrivo è in concomitanza con alcuni risultati, per cui la gente pensa che il merito sia mio. Di sicuro mi sono messo a disposizione della società, spero di aver fatto il possibile. Vedremo se potremo mettere la ciliegina sulla torta”.
VOGLIA DI STRINGERSI – “Abbiamo spostato lo spogliatoio dove c’erano alcuni giocatori, non solo le riserve. Questi due spogliatoi all’inizio mi sembravano una cosa un po’ strana. Sono stati un po’ stretti all’inizio ma credo che sia stata una cosa che abbia fatto piacere a tutti, Totti e De Rossi in testa. E’ tutto vero”.
JUVE-ROMA – “Sono due realtà diverse. La Juventus ha un’organizzazione precisa, determinata da anni e anni di lavoro, indirizzata dal gruppo da cui è comandata. Ognuno sa cosa fare e mi sono accorto che la Juventus è una macchina eccezionale. Anche la Roma è organizzata in modo molto preciso, la differenza è la disponibilità della persone che ci lavorano. Il cuore e la passione di questa società fanno la differenza. C’è un coinvolgimento emotivo molto grande. E poi l’esterno. Molti di questi risultati, sono dipesi dal nostro pubblico. Hanno spinto la squadra, come ha detto anche Ranieri”.
LE LACRIME DI PHILIPPE – “Non ho parlato con Mexes, sono cose personali. Philippe l’ha fatto in pubblico perché le persone devono essere libere, è un segnale di attaccamento alla squadra. Su queste cose personali, non mi piace entrare”.
SCUDETTO – “Sono una persona che crede nella cose che dice, quando mi sono reso conto della struttura e delle capacità della Roma di fare un calcio sostenibile, puntando sui ricavi e quando ho visto la squadra, ho dichiarato di essere arrivato in una squadra speciale. I giocatori poi sono andati oltre, per il valore e la qualità delle persone che vi lavorano. Anche l’altra squadra invisibile, dirigenti,medici e tutti gli altri, sono stati importanti. Per adesso i fatti ci stanno dando ragione. Ricordo quando arrivai la squadra aveva appena perso contro il Livorno, il mercoledì giocammo a Udine. Poco alla volta, con obiettivi precisi ed un lavoro incredibile, abbiamo fatto questa cavalcata, riconosciuta da tutto il mondo dello sport. Non credo ci siano altri esempi”.
AMENDOLA – “Qualche giorno fa ho incontrato Claudio Amendola, che mi ha detto: ‘Le devo dire una cosa: ho riso quando disse che si poteva lottare per lo scudetto. Ora ha ragione lei’. Questo vuol dire che quando qualcuno rimane dentro un posto a lungo, vede solo il bicchiere mezzo vuoto. Chi viene da fuori, vede invece le risorse importanti che ci sono. Bisogna avere il coraggio di cambiare, come ha fatto il nostro presidente”.
EQUIVOCO TOTTI – “Ci sono rimasto male. Il mio rapporto con Francesco dal punto di vista professionale è ottimo, da quello personale ancora di più. Ho imparato a conoscere Francesco molto meglio. Faccio fatica a commentare, quelle illazioni mi hanno fatto molto male. Sono uno che parla direttamente e dico solo quello che penso, mi riferivo non a Francesco ma a un momento generale della Roma. Il mio rapporto con Totti è straordinario. Domenica mi ha colpito lo striscione di Ilary: ‘Totti non si discute, ma si ama’. Spero sia stato un incidente che non si ripeta più. Penso sia importante che si sappia la generosità di Francesco, anche con i componenti dello spogliatoio”.