Da Leggo:
C’è chi fa festa, chi fa a pugni, chi rincorre l’arbitro e c’è la Roma che raccoglie un derby che non dimenticherà e un primato che l’Inter si era ripreso venerdì. Finisce 2-1, con Vucinic che ha cancellato Rocchi, una Lazio capace di nascondere la Roma per un tempo, il primo, chiuso in vantaggio. Ma era stata una pessima Roma. Ranieri Claudio, dopo aver provato per tutta la settimana Menez, ha peccato di gola schierando il tridente che qui definiscono “pesante”, con Totti, Toni e Vucinic. Mentre Reja ha pensato a una formazione più equilibrata, con Rocchi e Floccari e Zarate in panchina. E, soprattutto, trovava nel centrocampo la chiave del gioco. Incredibile pensando alle “figurine”: Perrotta, De Rossi e Pizarro contro Brocchi, Ledesma Mauri. Proprio da uno dei primi lanci in profondità di Ledesma la Lazio passava in vantaggio: l’argentino alzava la testa, Rocchi ordinava un drink, subito servito e si beveva il povero Burdisso arrivando davanti al disperato Julio Sergio. Era il 13’: 1-0. La Roma continuava nel suo dormiveglia. Con Totti e Toni che si calpestavano i piedi e Vucinic fuori dalla partita. De Rossi? Vagava. Nella ripresa Ranieri dava un colpo di spugna ai suoi tormenti e faceva quello che nessun allenatore ha mai fatto: fuori Totti e De Rossi, il sacrilegio. E Tagliavento sembrava pronto a punire l’affronto: al 6’ Cassetti sgambettava Kolarov in area e arrivava il fischio, punizione massima, addio Roma. Ma Julio Sergio non aveva ancora miracol mostrato: eccolo ribattere con le coscione la botta di Floccari. Il cielo si squarcia e gli angeli cantano inni di gloria.