IL PRIMO APPUNTAMENTO. Luca Toni si sta facendo bello. Stira i muscoli, saggia ogni virtù atletica, balla sulle note di un valzer che suona solo per lui e per la Roma. Le attese somigliano più al percorso di una vita che sboccia. Non sono sigarette che s’inceneriscono via. E’ comparso il terzultimo petalo, giovedì 15 aprile. A contemplare il fiore, un Olimpico germito in ogni ordine di posto. L’ariete ha pensato a tutto. Ma le sorprese più belle non vanno mai svelate un minuto prima. Una settimana “in amore” servita a studiare quel momento in ogni dettaglio. Cosa fare, come farlo, quando. Mentre ha calpestato l’erba del Fulvio Bernardini, sognava. Quando s’è messo ad ascoltare le indicazioni di Claudio Ranieri, prevedeva. Nell’istante in cui ha proiettato lo sguardo in avanti per conservare la massima concentrazione, l’occhio sforava i confini di Trigoria. Bombardando di domande un veterano come Daniele De Rossi, in realtà non poteva stare lì senza contemporaneamente scivolare via. In cerca di una dimensione personalissima nella quale nutrire ogni sensazione possibile. L’orizzonte serve ai disperati, agli innamorati, ai sognatori. E l’occhio di Luca Toni, che disperato non è, sempre più frequentemente e in maniera crescente con il trascorrere delle ultime 96 ore, piano piano è andato a incantarsi nel cielo spalancato. Lo vede così, Lazio-Roma: lui che entra con lo smoking giallorosso. Sulle spalle, il numero 30; gli basta un sorriso da copertina. La curva Sud già l’immagina, bellissimo.
UN AMORE. Come lo tieni fermo, un cuore impazzito. Altro che le redini di Ranieri: quelle, semmai, vanno bene per Vucinic. Luca Toni è un fremito di emozioni ammassate in testa come frutti di mare ammucchiati nelle reti da pesca. Potrebbe accadere di tutto, a una manciata di ore da Lazio-Roma. Compresa l’eventualità di scaldare ancora la panchina per fare posto a Jeremy Menez. Ma, a onor del vero, se i dubbi del tecnico testaccino hanno quale scadenza naturale quella della vigilia di ogni match è altrettanto realistico pensare che Luca Toni – di incertezze – non ne ha. Contro i biancocelesti, gioca. Basta osservarne le linee del viso nel corso dell’allenamento, appena fuori dal campo B, tra le ore di tempo libero. In ogni momento in cui si è avuta l’opportunità di osservarlo in volto, Toni abbozzava un sorriso compiacente. Eccitato, trepidante. Lui sa, crediamo noi. E Ranieri ne è altrettanto consapevole. Il primo appuntamento ha un sapore speciale, unico.
Determina un’alchimia irripetibile, ti consente di volare con ali di entusiasmo indistruttibili. Roberto Benigni direbbe che quando c’è l’amore tutto diventa grande perchè nulla rassicura in maniera altrettanto nobile. Allora, che si provi pure a mettere argini a un evento che prorompe a prescindere. Luca Toni gioca, Ranieri lo sa e la Roma giallorossa non aspetta altro che buttargli le braccia addosso. Tendere la sinistra con le dita aperte a ventaglio e e l’anulare proteso per sancire un patto di fedeltà perpetua.
NON TI LASCIO MAI. Dirlo a chiare lettere non si può ancora per evidenti affari diplomatici che interessano le due società. Roma e Bayern Monaco. Ma portare via Toni dalla Capitale significherà attaccare con i carri armati. Di questo, i bulldozer tedeschi hanno la certezza assoluta. Perchè non occorre essere laureati in astronomia per vedere quel che sta a un palmo di naso. Un amore. Accade di viverlo tardi, di incontralo quando sei over 30, di incappare in sviste che deviano dal percorso. Ma quando succede, gli scenari si stravolgono. E niente è più uguale a prima. Compreso il fatto che ogni occasione diventa buona e utile per alimentare la fiamma. Figurarsi se poi capita l’eventualità di dirle “quanto sei bella”, alla Roma, di fronte alla rivale di una vita.
TONI-LAZIO. Nessun derby in carriera perchè le squadre nelle quali ha prestato militanza – alla Roma ci sta per senso di apparteneza, sia chiaro – non gli hanno consentito di vivere le sensazioni della stracittadina. Ma contro i biancazzurri, Toni ha già collezionato dieci presenze: tre vittorie, due pareggi, cinque sconfitte e la rete dell’estremo laziale di turno violata in cinque circostanze. L’ultimo gol alla Lazio, il 3 dicembre del 2006, fece vincere la Fiorentina per 1-0. In quelle poche righe con cui ha griffato la pagina del proprio sito “non vedo l’ora di giocarlo”, c’è una dichiarazione d’intenti che sottende ciascuna delle particelle che vanno a comporre ogni singola emozione che si fa largo nel petto di Luca Toni. Lo smoking è pronto, sta negli spogliatoi. La curva Sud già l’immagina, bellissimo. Perchè in realtà Lazio-Roma è anche lo svolgimento incantevole di una storia d’amore.