Da Il Messaggero:
Poi dicono che la vita non è un film. Il riavvolgimento rapido delle emozioni è decisamente pazzesco, ma tutto comincia quattro mesi fa, il 6 dicembre 2009, quando il terzino di riserva della Roma Marco Cassetti, riconoscibile dalla maglia numero 77, entra in campo in sostituzione dell’infortunato Mexes e al minuto 77 incoccia di destro il pallone della vita che fa plof dentro la porta di Muslera, affonda la Lazio e fa saltare in aria come un tappo il derby. Cassetti dedica il gol alla moglie «che sta sempre a casa con i bambini e non esce mai», roba soap per uno stopper di trentadue anni che stava per essere ceduto alla Fiorentina (Spalletti aveva dato l’ok) e che in quel momento è la quarta scelta della Roma sulla fascia destra dopo Burdisso, Motta e Cicinho. Pensa un po’ com’è il destino, sliding-doors, porte scorrevoli. Un attimo prima la Lazio attacca e Zarate spedisce il pallone del vantaggio sul palo; subito dopo Mauri libera un missile ma il terzo portiere della Roma (e dagli…) Julio Sergio Bertagnoli, costato zero lire e che doveva finire al Grosseto in serie B, parte in volo e cambia direzione al campionato e al sogno. La Roma veniva sforacchiata ininterrottamente da diciotto giornate, da Roma-Chievo del 3 maggio 2009, cose da pazzi. Ma è deciso che qualcosa cambierà proprio lì. L’Inter perde con la Juventus di Ciro Ferrara, pensa un po’, sembra preistoria, e dal massimo vantaggio di 14 punti scende a +11. La Lazio invece resta messa male e continua a camminare sul cornicione un punto sopra la zona retrocessione, eppure dopo la sconfitta va a cena per ricompattare il gruppo (che però si ricompatterà solo molto dopo, a un centimetro dal crepaccio). Lotito conferma Ballardini: «Stia tranquillo, ho scommesso su di lei». Ranieri e Ballardini hanno appena vissuto il loro primo derby. In piedi ne resterà uno soltanto.