Il Romanista in edicola oggi ricorda come il bilancio personalissimo di Francesco Totti nelle gare della Roma contro l’Atalanta non è affatto negativo. Con tanto di ricordo piacevolissimo: Totti nel 1997 segnò il suo primo gol su punizione. Nel pomeriggio odierno, il Capitano tornerà a calcare l’erba dell’Olimpico dal 1′. Testuale:
A come Atalanta e A come Totti, non solo perché Totti è tutto, piuttosto perché per il più forte giocatore della storia della Roma l’Atalanta è stato veramente un inizio. Il giorno era già speciale, il 15 maggio del 1997, il giorno e il mese dello scudetto più grande, l’allenatore Nils Liedholm: con queste premesse qualcosa di bello poteva accadere persino a Bergamo. Capitò: Francesco Totti segnò il suo primo gol su punizione dei circa quattordicimila segnati in serie A. Poi uscì al minuto 83’, il 15 maggio. Perfetto. Un inizio perfetto c’è dietro l’ennesimo di oggi del Capitano: è dal 13 febbraio – contro il Palermo – che Totti non gioca dal primo minuto all’Olimpico. Quand’è così c’è per forza qualcosa di diver- so nell’aria. Per forza, e Totti lo sa.
Forse sarà pure indiretto merito dell’Atalanta, visto che la Dea non può non avere qualche debole per un semidio come Francesco. Non è mito, è storia dei campionati visto che ai nerazzurri il Dieci ha fatto male spesso e volentieri, sia in casa sia in trasferta. “Spesso” dentro risultati da 4-0 e da 3-0 (con Zeman soprattutto), “volentieri” soprattutto quando è capitato a Bergamo (come il 13 gennaio del 2008). Ogni volta che va da quelle parti Francesco Totti viene insultato da trogloditi razzisti che non fanno altro che rinfacciarli la sua romanità (psicanalisi spicciola: si invidia e si insulta ciò che non si ha). Soltanto che in questa stagione all’andata gli insulti sono stati anche più pesanti di sempre, tanto da spingere Totti a precisare una cosetta: «Anche questo è razzismo». Questo più che perfetto è giusto ed etico. Quasi poetico – invece – quello che capitò all’Olimpico contro l’Atalanta il 2 dicembre del 2006 . Totti veniva da un periodo di errori dal dischetto, lui – che è il più grande rigorista della Roma (più di Agostino, più di Pruzzo), che davanti in tutta la serie A dagli undici metri vede solo Roberto Baggio, ne aveva sbagliati tipo tre di fila tanto che tanti, troppi, cominciarono con la cantilena da comare a dire che non doveva più tirarli, che ne aveva sbagliati troppi, che i portieri ormai sapevano tutto di Totti. Ma come fai a sapere tutto di tutto? E allora Totti, giusto per il gusto di farlo, ne segnò tre di fila nella stessa partita (anche se solo due erano buoni) all’Atalanta. Anche in 11 metri si può misurare la grandezza di una carriera. E del tempo. Sono già passati 11 anni da un’altra data importante: quella di oggi. Sono già passati 11 anni da quell’11 aprile. Era una sera, Francesco Totti segnava il gol della sua prima vittoria in un derby, faceva il terzo del 3-1 e contemporaneamentene faceva un altro ancora più bello, si tirava su la maglia per far vedere una maglietta: Vi ho purgato ancora c’era scritto. A Roma cose del genere valgono quello che è giusto: tutto. E versi sublimi come questo,Vi ho purgato ancora, si recitano nelle scuole come Nel mezzo del cammin di nostra vita, soltanto che il Paradiso oggi è più vicino. E Totti lo sa. Ci sono tante storie ogni volta che gioca Francesco Totti, ma quella di oggi potrebbe essere persino più grande di tutte le altre. Potrebbe essere addirittura la Storia.