Da Il Messaggero:
E pensare che se le cose fossero andate in una certa maniera, adesso Giovannone avrebbe indossato un’altra maglia. Perchè nell’estate passata, il Freccia Roscia della Roma è stato davvero sul punto di essere ceduto, etichettato come “bocciato” dalla vecchia gestione tecnica. Tutto era pronto, con una squadra tedesca e un’altra italiana pronte a mettere nero su bianco. Alla fine, invece, ha prevalso la linea societaria e non se n’è fatto più niente. Così, John Arne Riise è rimasto alla Roma, felicissimo di restarci, meritandosi via via con i fatti l’amore che la gente romanista gli manifesta ogni volta che scende in campo. Quattro reti in campionato e due in Europa League: mica male per uno che di professione fa il difensore e che doveva esser messo alla porta di Trigoria perchè inadatto per il calcio italiano. Si diceva, anzi gli si rimproverava: non sa difendere, corre tanto ma non ha i tempi di inserimento, tecnicamente è macchinoso. Possibile che la Roma avesse preso dal Liverpool un brocco incapace di stoppare un pallone o di frenare un avversario? Evidentemente, Riise aveva soltanto bisogno di tempo e di addestramento. Ranieri, che in avvio lo aveva escluso a Siena nel giorno del suo esordio sulla panchina della Roma, gli ha spiegato alcuni movimenti in fase difensiva (maggiore copertura centrale, diagonali più ragionate) e non l’ha più lasciato fuori. E l’ha invitato a pensare ancora alla fase offensiva. Dopo la rete da tre punti su calcio piazzato proprio a Siena, è arrivato il gol contro il Fulham, poi quello contro il Siena all’Olimpico dopo la perla di Torino in casa della Juventus e, sabato scorso, la rete al Palermo.
Cinque reti che diventano sei con quella segnata al Kosice quando ancora c’era Luciano Spalletti sulla panchina della Roma. Siamo in attesa del suo primo gol con il piattone destro: una chimera? Mai dire mai… La gente per lui impazzisce. Sarà perchè Giovannone si presenta in campo, sempre e comunque, cioè con qualsiasi temperatura, con la maglietta a maniche corte; sarà perchè la sua suatta di sinistro è diventata un vero e propio cult; sarà perchè è grande e grosso ma non fa mai male a nessuno, anzi i falli che commette durante una partita si possono contare sulle dita di una sola mano; sarà perchè sorride sempre; sarà perchè applaude i tifosi anche dopo una sconfitta; sarà perchè quando ha il pallone vicino al piede sinistro il gol sembra sempre nell’aria.
Ormai i tifosi si aspettano che John segni un gol calciando dall’interno dell’area della Roma: quando prende palla, anche a un chilometro dalla porta avversaria, dagli spalti parte immancabile il coro/brusio/invito/auspicio: «Tiraaaaaaaaa……». Se i tifosi stravedono per John, lui stravede per Francesco Totti. All’interno dello spogliatoio di Trigoria gli siede praticamente accanto, ha preteso e ottenuto il posto che era di Stefano Okaka, il pupillo del capitano (e di De Rossi), lo studia, gli fa da ombra.