Da Il Romanista:
Un piattone destro pesante come la pala di un trattore, poi una martellata di testa bélle époque. Boom-boom e via, con due colpi dei suoi, sempre imbeccato dal morbido destro di Vucinic, Toni-Tor ha spianato il fragilissimo muro del Genoa, già sbrecciato dallo spietato blitz di Perrotta, infiammando l’Olimpico che lo ha battezzato suo nuovo idolo alla prima sportellata.
Ci sono tante cose dentro questo 3-0 che, a sei giorni dalla sfida-spareggio da consumare nella tana della Juve, conferma il diritto della Roma a inquadrare nel mirino il podio del campionato: la sontuosità di Juan, leader felpato di una difesa via via trasformata da Ranieri in un bunker; l’inarrivabile senso geometrico di Pizarro, il regista mai visto dai tempi di Falcao; l’imbarazzante duttilità di Perrotta, formidabile da esterno mancino come da incursore centrale (4° sigillo in campionato: è ancora il secondo bomber della squadra); la generale sostanza di un gruppo ritrovato negli stimoli, nella coesione, nelle prospettive.
Ma c’è, soprattutto, la spaventosa fisicità di Luca Toni, la sua prima acclamatissima doppietta con la maglia giallorossa, la sua voglia disseppellita con rabbia dall’anonimato sofferto negli ultimi mesi, la sua efficacia nel mettere al servizio della squadra risorse mai conosciute.