Luciano Spalletti a 360°. Dalla Roma allo Zenit, da Totti a Capello, il tecnico si racconta in un’intervista a Sky Sport:
Perché proprio la Russia e proprio lo Zenit?
“Mi è successo che ho avuto questo piccolo problema con la Roma, mi sono trovato fuori dai giochi per un periodo, è stata la società che mi ha cercato con più forza. Nel conoscerli mi sono trovato davanti una società seria, una società di ragazzi giovani, un po’ come quando sono arrivato alla Roma, molto volenterosi, ragazzi di facile sintesi, pronti ad organizzare. Poi mi sembra anche una società importante a livello europeo”.
Allo Zenit le hanno già parlato di Champions League?
“Sì, è chiaro che questa società negli ultimi anni ha avuto qualche problemino a livello di risultati, però in passato è stata sicuramente una società presente. Mi è stato chiesto di riportarla a una visibilità europea importante, che faccia parte di quel cerchio di squadre che sono abituate a stare in Europa”.
Prenderà Iaquinta? Perché già in passato era stato molto vicino allo Zenit…
“Io penso che, nonostante sia una società ricca, non ci siano poi le possibilità per andare a prendere giocatori che escono da determinate cifre. Giocatori che giocano nella Juventus, nel Milan e nell’Inter, se non c’è la compartecipazione della società che gestisce questi calciatori, diventa difficile portarseli a casa e pagare stipendi altissimi”.
E quelli che giocano nella Roma?
“Quelli che giocano nella Roma mi piacerebbero, ce ne sono diversi che porterei perché mi hanno dato la possibilità di andare a vivere una realtà del genere con il loro comportamento e con la loro qualità. Però la Roma, siccome sta facendo un buon campionato, è meglio non andarla a disturbare. Mi auguro che prosegua su questi livelli, anzi visto che poi lo Zenit sarà costretto a fare i preliminari di Champions, io spero che in quella Champions ci sia anche la Roma. Magari non voglio trovarla da avversaria, questo mi dispiacerebbe enormemente”.
Tornasse indietro, rifarebbe tutto esattamente come ha fatto?
“Sì, perché poi non bisogna mai rimpiangere quello che si vive, quello che è l’umore, lo stato d’animo, le gioie e le problematiche di quel momento. Rifare questi discorsi a distanza di mesi sarebbe troppo facile, per cui adesso direi tornerei indietro o si sistema sempre tutto con la razionalità, invece poi ho ritenuto giusto far così in quel momento e penso sia stato anche corretto visto i risultati della Roma”.
Quanto erano veri i problemi con Totti di cui si è parlato molto a Roma?
“Chi viene a Roma sa che deve saper gestire delle situazioni che riguardano sempre Totti, perché Francesco lo mettono sempre in mezzo. Io con Francesco ho avuto sicuramente anche dei confronti ed è giusto così, i ruoli vogliono anche questo, però tutti e due avevamo nel modo di esporre quelli che erano i nostri punti di vista lo stesso obiettivo, cioè il bene della Roma, lui in un modo io in un altro. Penso di aver passato nei 4 anni tantissime situazioni d’accordo, anche proprio nelle intenzioni, poi ci sta aver avuto un paio di punti di vista e idee diverse, però vengono naturalmente amplificate. Il ricordo è quello di una complicità, di un’amicizia importantissima con lui, con De Rossi, ma soprattutto anche con gli altri che vengono citati di meno, che hanno fatto la storia della Roma di questi 4 anni, tipo Perrotta, Taddei, Tonetto, Cassetti, Pizzarro, e di conseguenza mi porterò dietro la loro qualità, la loro amicizia, il loro affetto perché secondo me noi ci siamo amati in maniera appassionata”.
Si è sempre detto a Roma che lei non avesse voluto Toni: è vero?
“No, questo non è vero, perché poi Toni era sul mercato ancora e basterebbe parlare con il suo procuratore, perché quando c’era la compartecipazione del Bayern a trovargli un contratto, mi sembra di aver partecipato anche ora alla possibilità di portarlo a giocare nella propria squadra. Mi sembra che Francesco in questo caso abbia detto diversamente, ha detto che in quel caso gli dissi di non occuparsi di mercato. Può anche essere successo che abbia detto così, perché poi fa sempre parte dei ruoli, anche se la sua intenzione è sempre stata di volere il bene della Roma”.
Quante volte ha parlato con i dirigenti della Federazione per un possibile futuro in Nazionale?
“Non ho mai parlato, la Nazionale è sicuramente una posizione, un ruolo ambito da molti. Se me l’avessero chiesto avrei senz’altro approfondito, però non ho mai sentito dire ufficialmente a Lippi, se non qualche volta così, che dopo lascerà. Io mi auguro che si ricreda perché Lippi è veramente la persona adatta per condurre la Nazionale. Poi ce ne sono altre, tipo Ancelotti, che però non può andare perché sta facendo benissimo al Chelsea. Ma anche se Lippi dovesse smettere mi auguro che gli venga mantenuto un ruolo istituzionale a livello nazionale perché sarebbe un peccato disperdere una personalità e una forza come la sua”.
Fra le sue cose, c’è anche un passato sfiorato con la Juventus: ha mai pensato in questi giorni che poteva essere lei l’allenatore dei bianconeri?
“No, perché io dalla Juventus non sono mai stato cercato durante il periodo estivo”.
Le sarebbe piaciuto?
“Penso che, quando uno ha a che fare con la Roma, andare a cercarsi situazioni diverse, diventa difficile, perché si ritrova in una realtà dove la passione totale della gente ti avvolge e ti coinvolge senza farti avere dispersioni, se non poi le cose prendono una piega negativa totalmente, ti ritrovi questo avvolgere di grande entusiasmo. La maglia della Roma, anche da allenatore, te la togli, però ti rimane la pelle macchiata. Ci puoi mettere qualsiasi cosa sopra, ma il giallorosso sotto ti rimane sempre”.
Capello aveva detto: mai alla Juve…
“Non so cosa ha detto Capello, bisognerebbe chiederlo a lui. Poi, ci sta andare in un’altra squadra. Penso che per un allenatore che è stato alla Roma, mai si può dire per la Lazio. Per la Lazio si può dire: mai alla Lazio”.
Le pesa il fatto di non poter allenare in Italia?
“Un po’ mi è pesato, mi è mancata l’amicizia e la collaborazione dei giocatori della Roma, ho cominciato ad avvertirlo già dopo una settimana, dieci giorni. Poi, inizi a valutare le cose con più razionalità”.