Roma ancora senza tifosi al seguito la prossima settimana (gara prevista per il 10 maggio) nella trasferta del Sant’Elia di Cagliari. Lo ha deciso il Comitato di analisi sulla sicurezza delle manifestazioni sportive (Cams), dopo gli scontri avvenuti prima e al termine della gara del Franchi di Firenze, la quale sarà ricordata come una delle più grandi umiliazioni per tutti coloro che amano questa maglia e vivono per questi colori. Non è la prima volta che i tifosi giallorossi vengono fermati e viene loro negata la possibilità di assistere e seguire la loro squadra del cuore.
Era già accaduto nella trasferta del San Paolo di Napoli, vinta dalla Roma per 0-3, e in tutte quelle gare delicate dove sarebbe sempre meglio che i supporters non stiano a casa ma possano garantire un sostegno alla squadra (vedi Bergamo, Milano e Torino). Purtroppo, da quando accadde il tragico episodio dell’assassinio cui incappò l’ispettore Filippo Raciti (in condizioni ancora tutte da chiarire nel post partita del derby Catania-Palermo) molte cose nel mondo dello sport – ma oseremmo dire soprattutto nel contesto del tifo organizzato – sono cambiate. E non in meglio. Ci sono regole rigidissime che restano tali soltanto a parole: molto spesso, infatti, ci si rende conto che, nonostante i divieti, la parte meno sana della tifoseria riesce ugualmente ad entrare nel settore dello stadio di proprio riferimento e incidere negativamente. In una fase della stagione delicatissima, la squadra giallorossa avrebbe sicuramente tratto beneficio dalla vicinanza dei propri supporters anche se, arrivati a questo punto, tifosi o meno, l’obiettivo rimane sempre lo stesso: provare a vincerle tutte e affidarsi alle disgrazie (calcistiche) altrui.